Gli stati italiani prima dell'Unit by Marco Meriggi;

Gli stati italiani prima dell'Unit by Marco Meriggi;

autore:Marco, Meriggi; [Meriggi, Marco ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815366078
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


Se in un giudizio come questo si ascoltavano gli echi di una retorica caratteristica degli uomini «nuovi» affacciatisi a ruoli di protagonismo nella vita pubblica nel cuore delle esperienze repubblicano-rivoluzionarie di fine Settecento, tuttavia alla fine dell’età napoleonica poteva accadere di avvertire la presenza di un linguaggio e di un orizzonte concettuale non dissimile anche nella prosa di chi s’era formato in una stagione successiva, per molti versi già lontana dalla temperie vibrante caratteristica del triennio rivoluzionario.

Nato nel 1775, Colletta nel 1799 aveva 24 anni (la stessa età, grosso modo, di Guicciardi, Mulazzani, Manzi) e le linee di fondo della sua visione del mondo le aveva maturate allora, come persona schierata in prima fila a sostegno dell’ordine nuovo, adattandole in seguito via via ai mutamenti di congiuntura occorsi negli anni seguenti.

Un uomo come Gaudenzio De Pagave, che alla caduta del Regno italico era segretario del consiglio degli uditori nel Consiglio di stato milanese, era nato appena un anno dopo Colletta, ma negli anni caldi della prima Cisalpina s’era invece tenuto sostanzialmente lontano dalla vita pubblica. La sua parabola esistenziale, al momento della caduta di Bonaparte, si identificava con un profilo puramente burocratico, testimoniato dal suo servizio negli organici amministrativi prima della Repubblica italiana, poi del Regno italico. Rivoluzionario non era stato, probabilmente, mai; era uomo d’apparato e basta. Eppure ecco qui quanto scriveva nel 1814, appena dopo la caduta del Regno italico, in un memoriale indirizzato alle nuove autorità austriache:

Avvicinati tra loro gli Italiani dalla Rivoluzione e dal sistema sotto di cui vissero per molti anni, tornarono a riguardarsi come individui di una stessa famiglia, e nella lusinga di rientrare nell’antico loro posto tra le Nazioni, si abbandonarono malgrado la durezza di un Governo dispotico ad una tale energia di carattere, singolarmente nella carriera militare, da far conoscere in mezzo ai pericoli delle armi che l’antico valore italiano non era in essi spento. Essendosi quindi abituati gli Italiani ad un nuovo ordine di cose, ed a figurare con un governo loro proprio, trovarono nella fiducia di conservarlo una ricompensa ai sagrifici d’ogni genere, ai quali dovettero soggiacere[19].



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